14 Giugno 2018

13 maggio 2016

Da quanto tempo non scrivevo.
Da quanto tempo non impugno la penna per liberarmi, per cercare una via di fuga da questa gabbia, da questa vita incasellata in giornate frettolose infilate una di seguito all’altra.

Voglio vivere. Voglio respirare. Voglio liberarmi nell’aria e pensare che lo spazio e il tempo siano eterni.

Dare al tempo una dimensione verticale oltre che orizzontale. Sono stati giorni intensi, di pensieri e di riflessioni, di vorrei e di paure.

Voglio scrivere di ora. Perché se parlo di quello che è stato ritorno in una dimensione lineare e passata.

Ritorniamo all’ora, all’eterno presente.

Mentre la mia penna scorre, il mio pensiero si dilata.

Quanto amo il pensiero libero. Il pensiero che non imbrigliato da schemi e sovrastrutture si concede il lusso di vagare e di immaginare nuove possibili realtà.

Quanta forza ha il libero pensiero se lo ascolto, se lo sento.

Proprio ora, in questo eterno presente, mentre la mia scrittura procede su una linea che va da sinistra a destra, il mio petto si espande, la mia testa si salva.

 

Dal mio diario 

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